Versione cantata:

Fratelli d’Italia
l’Italia s’è desta
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa
dov’è la vittoria
le porga la chioma
che schiava di Roma
Iddio la creò

Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

Noi siamo da secoli
Calpesti e derisi
Perché non siam popolo
Perché siam divisi
Raccolgaci un’unica
bandiera una speme
di fonderci insieme
già l’ora sonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

Uniamoci amiamoci
L’unione e l’amore
Rivelano ai popoli
Le vie del signore
Giuriamo far libero
Il suolo natio
Uniti per Dio
Chi vincer ci può.

Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò
Dall’Alpe a Sicilia
Ovunque è Legnano
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il cuore e la mano
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla
Il suon d’ogni squilla
I vespri suonòStringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamòSon giunchi che piegano
Le spade vendute
Già l’Aquila d’Austria
le penne ha perdute
il sangue d’Italia
bevè, col cosacco
il sangue polacco
ma il cor le bruciò.

Goffredo Mameli

Goffredo Mameli, poeta e patriota italiano, nacque a Genova nel 1827 e cadde a Roma nel 1849.
Nel 1848 combatté a Milano e l’anno seguente a Roma alla difesa della Repubblica partecipando, quale aiutante di Garibaldi, allo scontro di Velletri. Fu gravemente ferito nella difesa di Roma e spirò tre giorni dopo l’ingresso dei francesi nella città.
E’ passato alla storia come il prototipo del poeta romantico combattente per la libertà della patria. Autore di numerose odi, tra cui “Fratelli d’Italia” che, musicata da Michele Novaro (23 ottobre 1818 – 21 ottobre 1885), è divenuta, dopo il 2° conflitto mondiale, inno nazionale.